martedì 21 aprile 2009

Pasquetta tra le macerie

Berlusconi tenta di arginare il primo tsunami in arrivo sulla gestione del post terremoto in Abruzzo. "Se ci sono responsabilità emergeranno - dichiara il premier - Per favore non perdiamo tempo, cerchiamo di impiegarlo sulla ricostruzione e non dietro a cose che ormai sono accadute. Quando ci sono questi eventi - insiste dall'Aquila il Cavaliere - c'è chi si rimbocca le maniche e chi invece si prodiga a ricercare responsabilità. Io sono diverso, non è nel mio dna. E poi, per indicare responsabilità ci devono essere prove consistenti".
L’affermazione di Berlusconi è ineccepibile, servono le prove. Infatti, nel frattempo, qualcuno prove consistenti le sta facendo sparire a metri cubi con uno spiegamento eccezionale di uomini e mezzi. Per comprendere il senso dell’irritazione del premier verso stampa e magistratura forse è il caso di ricordare le tappe che precedono queste incredibili dichiarazioni. A pochi giorni dal sisma che ha devastato L’Aquila e tutto l’Abruzzo interno, la Procura di L’Aquila annunciò l’apertura di un’inchiesta sui crolli di alcuni edifici, pubblici e privati. Nell’occasione, si parlò di cemento impastato con sabbia marina, ferri non a norma, pratiche burocratiche e corsie preferenziali nel rilascio di autorizzazioni e cambi sospetti di destinazione d’uso. Il procuratore Alfredo Rossini, con decisione, dichiarò alla stampa che non ci sarebbero stati “indagati“, ma “arrestati“. Solo che, come ricorda Berlusconi, per indagare, arrestare e condannare servono prove e corpi di reato...Ecco cosa è successo nella giornata di pasquetta a Piazza d’armi, una vasta area adiacente alla caserma dell’esercito e per anni nella disponibilità dei militari. Durante una delle ricognizioni che senza sosta effettuiamo nel territorio di tutta la provincia dai primi momenti successivi alla scossa del 6 aprile, abbiamo visto cumuli di macerie e decine di grossi camion e ruspe all’opera all’interno di questa area. Operai e autisti ci hanno detto che le macerie provenivano dalla Casa dello studente, all’edificio dell’Inail, dalla zona di Sant’Andrea e da altri edifici pubblici e privati crollati durante il sisma.
Appuriamo che già dal giorno di Pasqua, migliaia di metri cubi di ogni genere di detriti - macerie, ferri, arredi, vestiti - venivano finemente macinati e mescolati all’interno di enormi macchine trituratrici e poi spalmati su Piazza d’armi per creare, ci hanno detto, un basamento su cui poggiare delle strutture prefabbricate. All’interno dell’area recintata, era presente una troupe televisiva con un giornalista appollaiato sopra il cumulo di macerie. Un videoperatore ci ha detto che lavoravano per la Rai. Li abbiamo informati di quanto appena appreso sulla provenienza delle macerie e che sul crollo di quegli edifici era aperta una inchiesta, quindi li abbiamo invitati a filmare le targhe dei mezzi al lavoro: dopo un breve smarrimento, si sono allontanati in tutta fretta dal luogo. Alla fine, le foto delle targhe dei numerosi mezzi all’opera, le abbiamo dovute scattare noi. Abbiamo prima provveduto a segnalare l’episodio a esponenti della magistratura e il martedì 14 abbiamo pubblicato una serie di foto - compreso un collage di targhe dei mezzi utilizzati - nel nostro sito internet www.site.it . Nel pomeriggio del giorno successivo, la magistratura annuncia il sequestro degli immobili crollati oggetto d’indagine, per “lasciare lavorare i periti tranquilli e, soprattutto, scongiurare il rischio di contaminazione della «scena del crimine», sia alterandola dolosamente, sia con il prelievo di materiale da parte di estranei”. Il procuratore capo Rossini ha dichiarato esplicitamente: «Abbiamo il sospetto che qualcuno possa portare via ciò che resta degli edifici crollati, magari con dei camioncini. Apparentemente si tratta di macerie senza valore, ma per le nostre indagini potrebbero essere fondamentali». Infine, il Procuratore lancia un appello: «chiunque abbia materiale utile all’inchiesta sui crolli, in particolare filmati, ce lo consegni».
Ora resta da capire chi, in una area della città interamente militarizzata e sotto il completo controllo della Protezione civile sia riuscito - con un enorme dispiegamento di uomini e mezzi - a prelevare indisturbato e macinare migliaia di metri cubi di macerie oggetto d’indagine. E soprattutto perchè e con quali complicità. La situazione, mentre già si gettano le basi per gli appalti della ricostruzione, appare sempre più delicata: Corte d’appello, Tribuale, Ospedale non esistono più, le forze dell’ordine sono sotto il completo controllo della Protezione civile e gli enti locali sono esautorati dei loro poteri. In questa fase di emergenza, è il caso che anche la popolazione e la società civile vigilino e facciano sentire la propria voce.
La redazione di site.it

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